Poster: Stima dell’assunzione settimanale di cadmio in un campione di popolazione italiana: metodologie a confronto
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- Published on Wednesday, 22 November 2017 09:00
Il cadmio (Cd) è un metallo carcinogeno per l’uomo introdotto principalmente con la dieta nei soggetti non fumatori e non esposti professionalmente. La dose settimanale ammissibile di Cd è stata recentemente abbassata a 2,5 μg/kg di peso corporeo (bw) a settimana dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) al fine di assicurare un alto livello di protezione per la popolazione. Nella presente indagine abbiamo messo a confronto due differenti modelli atti a stimare l’assunzione settimanale di Cd.
Metodi
In un campione casuale di residenti adulti del comune di Modena è stato somministrato un questionario al fine di raccogliere informazioni sulle caratteristiche individuali, gli stili di vita e le abitudini alimentari. Inoltre è stato misurato il livello di Cd in un campione di siero. Sono stati dunque costruiti in base ai dati di letteratura due modelli per stimare la dose settimanale di Cd a partire rispettivamente dall’intake calcolato tramite il questionario alimentare e dai livelli nel biomarcatore, tenendo in considerazione il rapporto tra Cd sierico e totale, la percentuale di assorbimento del Cd assunto con la dieta e il contributo relativo del fumo di sigaretta.
Resultati
Nei 51 soggetti reclutati, l’intake giornaliero medio (deviazione standard: DS) di Cd è risultato pari a 14,1 µg/die (DS 6,5) e la concentrazione media di Cd sierico a 45 ng/L (DS 24,0). Abbiamo in tal modo potuto stimare un’assunzione settimanale media pari a 1,38 (DS 0,41; range 0,26-3,18) µg/kg/bw a partire dalla dieta e di 0,78 (DS 0,68; range 0,27-2,47) µg/kg/bw a partire dai livelli del biomarcatore.
Conclusioni
Nel campione di popolazione esaminato abbiamo riscontrato un livello medio di assunzione settimanale di Cd più elevato nel caso di stima effettuata tramite questionario alimentare rispetto a quella con il biomarcatore. Le differenze riscontrate confrontando i due modelli sottolineano la necessità di valutare con attenzione il rapporto tra l’intake alimentare e i livelli di Cd nei biomarcatori, soprattutto al fine di valutare l’esposizione individuale. Sulla base delle stime effettuate mediante la somministrazione del questionario, per alcuni soggetti la dose di Cd è risultata superiore al valore di riferimento stabilito dall’EFSA, mettendo in luce un possibile rischio per la salute.