Poster: Adesione al programma di screening tubercolare rivolto ad immigrati irregolari visitati presso il Centro della Salute per la Famiglia Straniera (CSFS) dell'Azienda AUSL di Reggio Emilia
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- Pubblicato Mercoledì, 22 Novembre 2017 09:00
La tubercolosi (TB) rappresenta un problema di sanità pubblica particolarmente rilevante in diverse regioni del mondo, e soprattutto nelle aree più povere e vulnerabili. Nel 2014 la World Health Assembly ha tra l’altro approvato la ‘End TB Strategy’, un programma che prevede l’adozione di strategie ed interventi il cui scopo è quello di ridurre l’incidenza globale e le morti di TB. In particolare lo screening per la forma attiva e latente si deve rivolgere a selezionati gruppi ad alto rischio come ad esempio gli immigrati irregolari.
Metodi
Abbiamo condotto uno studio di coorte caratterizzato da un’analisi retrospettiva di tutti i pazienti nati all’estero di età maggiore o uguale a 15 anni che hanno eseguito un test Mantoux presso l’ambulatorio dedicato del Centro della Salute per la Famiglia Straniera (CSFS) dell’AUSL di Reggio Emilia, tra il 1 Gennaio 2012 e il 31 Dicembre 2013 (con periodo di follow up terminato il 31 Dicembre 2016). Lo scopo dello studio è stato quello di valutare l’efficacia del programma di screening tubercolare attualmente in uso per la forma attiva e latente di TB per gli immigrati senza regolare permesso di soggiorno.
Resultati
Lo studio di popolazione è stato condotto su 368 persone immigrate: 186 nel 2012 e 182 nel 2013. In particolare, 90,22% dei soggetti hanno completato tutti i passaggi previsti per lo screening della forma attiva, e 87,33% tutti quelli previsti per la forma latente. Si è visto come lo svolgimento di un’attività lavorativa, l’essere senza fissa dimora e la provenienza da zone ad elevata endemia fossero fattori associati ad una minore aderenza al protocollo. Provenire dalle zone del sud-est asiatico e pacifico occidentale, la gravidanza, la presenza di tosse, essere in Italia da più di 5 anni ed un alto livello di istruzione sono risultati invece essere fattori correlati ad una maggiore aderenza al protocollo di screening.
Conclusioni
Complessivamente, l’aderenza al programma di screening è risultata molto alta se confrontata con altri studi recenti. Questo è probabilmente dovuto alla valida organizzazione del servizio territoriale preso in esame, comprendente mediatori culturali, una rete di continuità assistenziale tra differenti servizi, la presenza di personale infermieristico dedicato e una completa gratuità del servizio.