Poster: Adesione al programma di screening tubercolare rivolto ad immigrati irregolari visitati presso il Centro della Salute per la Famiglia Straniera (CSFS) dell'Azienda AUSL di Reggio Emilia

Poster SITI 2017Introduzione

La tubercolosi (TB) rappresenta un problema di sanità pubblica particolarmente rilevante in diverse regioni del mondo, e soprattutto nelle aree più povere e vulnerabili. Nel 2014 la World Health Assembly ha tra l’altro approvato la ‘End TB Strategy’, un programma che prevede l’adozione di strategie ed interventi il cui scopo è quello di ridurre l’incidenza globale e le morti di TB. In particolare lo screening per la forma attiva e latente si deve rivolgere a selezionati gruppi ad alto rischio come ad esempio gli immigrati irregolari.

Metodi

Abbiamo condotto uno studio di coorte caratterizzato da un’analisi retrospettiva di tutti i pazienti nati all’estero di età maggiore o uguale a 15 anni che hanno eseguito un test Mantoux presso l’ambulatorio dedicato del Centro della Salute per la Famiglia Straniera (CSFS) dell’AUSL di Reggio Emilia, tra il 1 Gennaio 2012 e il 31 Dicembre 2013 (con periodo di follow up terminato il 31 Dicembre 2016). Lo scopo dello studio è stato quello di valutare l’efficacia del programma di screening tubercolare attualmente in uso per la forma attiva e latente di TB per gli immigrati senza regolare permesso di soggiorno.

Resultati

Lo studio di popolazione è stato condotto su 368 persone immigrate: 186 nel 2012 e 182 nel 2013. In particolare, 90,22% dei soggetti hanno completato tutti i passaggi previsti per lo screening della forma attiva, e 87,33% tutti quelli previsti per la forma latente. Si è visto come lo svolgimento di un’attività lavorativa, l’essere senza fissa dimora e la provenienza da zone ad elevata endemia fossero fattori associati ad una minore aderenza al protocollo. Provenire dalle zone del sud-est asiatico e pacifico occidentale, la gravidanza, la presenza di tosse, essere in Italia da più di 5 anni ed un alto livello di istruzione sono risultati invece essere fattori correlati ad una  maggiore aderenza al protocollo di screening.

Conclusioni

Complessivamente, l’aderenza al programma di screening è risultata molto alta se confrontata con altri studi recenti. Questo è probabilmente dovuto alla valida organizzazione del servizio territoriale preso in esame, comprendente mediatori culturali, una rete di continuità assistenziale tra differenti servizi, la presenza di personale infermieristico dedicato e una completa gratuità del servizio.

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